Nuovo appuntamento di prestigio per il ciclo di presentazioni che da oltre un anno accompagnano con successo l’uscita del romanzo storico “Nel segno dei padri” di Giacomo Marinelli Andreoli: la storia di amicizia epistolare tra Guglielmina Roncigli (figlia di uno dei 40 martiri fucilati il 22 giugno 1944 dai nazisti) e Peter Staudacher (figlio dell’ufficiale medico tedesco ucciso a Gubbio due giorni prima, la cui morte provocò la rappresaglia) è ormai sempre più conosciuta in tutta Italia. E mercoledì scorso si è svolto un nuovo incontro di presentazione nella prestigiosa sede della Biblioteca Marciana di Venezia, l’antica istituzione culturale che ha sede in piazza San Marco. L’iniziativa promossa dalla stessa Biblioteca veneziana, ha visto la collaborazione dell’Associazione Culturale Italo Tedesca ACIT di Venezia, dell’Istituto Veneziano per la Storia della Resistenza e della Società Contemporanea IVESER. Ad aprire l’incontro, è stato il saluto di Maurizio Messina, direttore della Biblioteca Nazionale Marciana, che ha ricordato anche il ruolo fattivo di un giovane ricercatore eugubino, Luigi Riccardini, che si è adoperato proficuamente per organizzare l’incontro; sono poi intervenuti insieme all’autore, anche Nevia Pizzul Capello (presidente dell’associazione culturale Italo Tedesca) e Marco Borghi (direttore dell’IVESER). La grande valenza del messaggio di riconciliazione tra i due protagonisti della storia – che traspare dal carteggio riportato anche nel corso del romanzo – è stata evidenziata con profondità dai due relatori: la presidente Pizzul Capello ha sottolineato la delicatezza del racconto ma anche l’universalità del messaggio di dialogo e ricomposizione tra le parti, ponendo la storia tra Guglielmina e Peter tra gli episodi più significativi di cui è venuta a conoscenza a così tanta distanza dal conflitto (l’amicizia epistolare tra i due è nata 60 anni dopo l’eccidio). Il prof. Borghi, dell’Istituto per la Storia della Resistenza, nel richiamare analoghi eccidi avvenuti anche in Veneto, ha voluto rimarcare l’originalità di una storia che non nasce dal rancore, pur vedendo coinvolti soggetti profondamente colpiti nei propri affetti, ma sa gettare lo sguardo al futuro: “In questa storia si respira il profumo di un’Europa che ha la forza di guardare avanti lasciandosi alle spalle un XX secolo costellato di conflitti e di vittime. Una storia che merita di essere divulgata a livello nazionale e internazionale e che può contribuire a riscrivere anche il dialogo del passato tra Italia e Germania”. Era presente alla Biblioteca Marciana anche Petra Schaefer, del Centro tedesco di studi Veneziani. Nel corso dell’incontro è stato ribadito dai presenti l’auspicio di una traduzione tedesca del romanzo “Nel segno dei padri” così come di una sua trasposizione televisiva o cinematografica.
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Ultimo aggiornamento
21/12/2021
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