Contro la chiusura notturna del laboratorio analisi dell’ospedale di Branca, scendono in campo alcune associazioni di volontariato del comprensorio eugubino – gualdese, quali ADE (Associazione Diabetici Eugubini), AELC (Associazione Eugubina per la Lotta contro il Cancro), ANACA (Associazione Nuova Assistenza Cardiopatici di Gualdo Tadino), AVIS (Associazione Volontari Italiani del Sangue), Associazione “Gli Amici del cuore” di Gubbio. « I recenti fatti che preludono il depotenziamento dell’Ospedale di Gubbio – Gualdo Tadino preoccupano fortemente le scriventi associazioni, le quali si sentono obbligate ad intervenire pubblicamente al fine di scongiurare l’ennesimo “scippo” per tutto il territorio dell’Alto Chiascio. Il depotenziamento del laboratorio analisi con D.G.R. n. 971 del 10/9/2018 è chiaramente il primo passo per escludere l’Ospedale di Gubbio – Gualdo Tadino dalla rete dell’emergenza-urgenza, in quanto il D.M. n. 70/2015, recepito con D.G.R. n. 212/2016, prevede inequivocabilmente che gli stabilimenti ospedalieri sede di DEA devono avere il supporto 24h su 24h del laboratorio di analisi. E’ logico dedurre che la delibera n. 971/2018 va inesorabilmente nella direzione, con la riduzione a 12 ore dell’attività di laboratorio, di revocare la funzione DEA all’ospedale di Gubbio – Gualdo Tadino. Non si capisce come si voglia depotenziare un ospedale che, come in più occasioni affermato dall’assessore regionale, è in evidente crescita: anzi, è quello che, nel corso degli ultimi anni, è cresciuto più degli altri ospedali regionali. Ed allora perché si inizia a tagliare l’attività di servizi essenziali ed indispensabili a favore di sedi ospedaliere che non presentano gli stessi dati di attività? Senza dimenticare che l’Ospedale di Branca è stato costruito soltanto 10 anni fa, conseguentemente alla dismissione delle vecchie strutture ospedaliere di Gubbio e Gulado Tadino grazie all’impiego di risorse pubbliche per oltre 60 milioni di euro. L’attività del pronto soccorso dell’ospedale di Gubbio – Gualdo Tadino ha effettuato, nel corso del 2016, 26.772 accessi, contro i 23.249 del Pronto Soccorso del Nosocomio di Città di Castello e questi dati sono confermati anche per il 2017 e per l’anno in corso. Quale è allora la volontà espressa nella delibera regionale n. 971/2018 se non quella di depotenziare l’Ospedale di Gubbio – Gualdo Tadino a favore di quello di Città di Castello? Anche i dati sull’attività dei laboratori dei due ospedali mostrano un’attività del tutto sovrapponibile e l’attività h24 del laboratorio analisi di Branca, ora anche sede del SIT-SPOKE, permette di processare, nel corso del giorno e della notte, un numero elevato di urgenze. E le meningiti, gli ictus, gli infarti, le sepsi, gli incidenti, le sale operatorie dopo le otto della sera che fine faranno? Non si vorrà mica dire che l’utilizzo di macchinette, i cosiddetti POCT, da parte di personale laico di cui il pronto soccorso verrà dotato, sostituisce la qualità della strumentazione di laboratorio o la professionalità degli operatori ivi impiegati? E’ da tempo che si sposta inaccettabilmente il baricentro verso l’ospedale di Città di Castello (vedi breast-unit, trauma center) ed ora l’attività di laboratorio. La volontà politica appare quantomai chiara e penalizzante per tutto il territorio dell’Alto Chiascio. Giova ricordare che Città di Castello dista oltre 70 km dal Nosocomio di Branca, distanza che può uccidere vite umane, in quanto l’esame dei campioni prelevati dovrebbe avvenire presso la struttura tifernate per far poi rientrare i referti: nella migliore delle ipotesi il tempo necessario potrebbe essere prossimo alle tre ore, incompatibile con ogni caso sanitario qualificato urgente. Con la convocazione degli stati generali dell’USL 1, l’Assessore regionale Dott. Luca Barberini, il quale intende presentare alla nostra comunità gli sviluppi, l’attività e le prospettive future del nostro ospedale, venga pure ad ascoltare le nostre istanze ed il nostro contributo, che saremo ben lieti di porgere, ma solo previa sospensione di questa assurda delibera, perché altrimenti che contributo potremmo dare? Se la delibera dovesse seguire il suo illegittimo corso naturale, diventando legge, sarà inutile parlare, come nelle premesse della convocazione dell’assemblea, di “centralità del presidio ospedaliero della comunità del comprensorio eugubino-gualdese che continuerà ad avere un ruolo strategico nella sanità umbra all’interno della rete ospedaliera dell’emergenza – urgenza”, perché con la D.G.R. n.971/2018 se ne minano le fondamenta e, pezzo per pezzo, il nostro ospedale verrà smantellato contravvenendo ai proclami annunciati dalle parti politiche direttamente coinvolte. Al contrario, l’assemblea diverrà il mezzo per decretare il declino irreversibile (se non la morte) dell’ospedale di Branca. Per la revoca della delibera ci stiamo mobilitando con i cittadini della comunità del comprensorio, già altamente sensibili alle sorti dell’ospedale, per una raccolta firme od altre forme di legittima protesta, non escluso il ricorso al Magistrato competente. Il presente comunicato si inoltra per conoscenza anche a tutti i Sindaci del comprensorio dell’Alto Chiascio, affinché raccolgano le istanze delle associazioni scriventi e dei cittadini e compiano azioni politiche ed assumano ogni più utile iniziativa finalizzata a scongiurare l’avverarsi di una perdita così gravemente dannosa ».
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