Il sangue delle donne: giovedì in biblioteca femminicidi umbri sotto la lente
Un appuntamento a cura di Biblioteca Sperelliana e Commissione Pari Opportunità. Introduce l'assessora Simona Minelli e coordina l'incontro Federica Grandis.
Un incontro con Alvaro Fiorucci, alla seconda edizione del suo libro su 30 anni di omicidi di donne, Silvia Fornari, docente di Sociologia all’Università degli Studi di Perugia, e con Simona Branchinelli, di Liberamente Donna
GUBBIO (08/04/2024) – Si intitola “Il sangue delle donne. Cronache dal Codice Rosso” il libro di Alvaro Fiorucci che racconta, con uno stile tanto asciutto e preciso quanto forte e agghiacciante, oltre trent’anni di femminicidi avvenuti in Umbria. Un racconto lucido, crudo e diretto che riporta all’attualità un tema che, soprattutto all’indomani dell’omicidio di Giulia Cecchettin, sembra aver risvegliato l’opinione pubblica, mossa sempre più dalla volontà di “far rumore” anziché silenzio di fronte all’ennesima morte violenta di una donna innocente. Un’incitazione alla realizzazione non tanto di un cambiamento, quella che sta arrivando nelle ultime settimane, quanto di una vera e propria rivoluzione culturale: di questo e molto altro l’autore parlerà giovedì 11 aprile alle 18, confrontandosi con Silvia Fornari, docente di Sociologia all’Università degli Studi di Perugia, e con Simona Branchinelli, di Liberamente Donna. L’incontro, organizzato dalla Biblioteca Sperelliana e dalla Commissione Pari Opportunità del Comune di Gubbio, si terrà nella Sala Ex Refettorio della Biblioteca, verrà introdotto dall’assessora con delega alle Pari Opportunità Simona Minelli e coordinato dalla giornalista Federica Grandis.
Alvaro Fiorucci, giornalista, già cronista nei quotidiani “Paese Sera” e “La Repubblica” e caporedattore del TGR Umbria per la RAI, è alla seconda edizione del suo libro: “Chi spara, accoltella, picchia, massacra (…) – si legge nella prefazione – quasi mai è uno che impazzisce all’improvviso. Chi legge queste cronache potrà scoprire che, viceversa, l’omicida, nella maggior parte dei casi, è determinato: (…) uccidere è il modo per ristabilire un equilibrio. Una donna cadavere non potrà appartenere a qualcuno. Ecco quello che conta: il possesso, per chiudere la partita della gelosia e ristabilire il diritto alla proprietà esclusiva”.
Di femminicidi, vittime e carnefici, linguaggio dei media e cambiamento culturale si discuterà dunque giovedì pomeriggio alle 18, in un incontro aperto a tutte e tutti perchè, come scrive Silvia Fornari nella prefazione del libro, “riuscire a cambiare nel profondo un sistema socioculturale, educativo e politico, infarcito di sessismo, maschilismo e misoginia, ha bisogno ancora di un tempo molto lungo”. E dell’impegno attivo di tutte e tutti.
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