Tra le iniziative per le celebrazioni legate a S. Antonio Abate protettore degli animali, organizzate dalla Famiglia dei Santantoniari, c’è stata questa mattina la Benedizione in canile per gli animali ospitati nella struttura di Ferratelle. La breve cerimonia, alla quale ha assistito una nutrita partecipazione di cittadini, rappresentanti istituzionali, addetti ai lavori e volontari delle associazioni ‘Enpa’, ‘Animal mind’ e ‘Gubbio Soccorso animali e ambiente’, che operano in convenzione con la Comunità montana Alta Umbria’, gestore in prorogatio, è stata officiata da don Fabricio Cellucci della parrocchia di Madonna del Prato delegato dal vescovo Paolucci Bedini che non è potuto intervenire per impegni pastorali improvvisi, presenti il sindaco Filippo Mario Stirati e il presidente della Famiglia Santantoniari Alfredo Minelli. «Plaudo all’iniziativa promossa dai Santantoniari – ha commentato il sindaco Stirati – che già si sono fatti interpreti della ‘lotteria a 4 zampe’ raccogliendo fondi per interventi migliorativi della struttura. E’ il segno di una mobilitazione civile e della grande risorsa del volontariato, un patrimonio di sensibilità e competenze importanti, al fianco delle istituzioni. Come amministrazione proprietaria della struttura, abbiamo recepito le istanze che da qualche tempo si sono accese sulla situazione del canile e che, se ha registrato punte di eccessi fuori luogo e critiche esasperate, hanno però favorito una maggiore presa di coscienza e di attenzione. I vari interventi hanno migliorato di molto la condizione dei cani del rifugio, che peraltro sono notevolmente scesi di numero grazie alle adozioni, e altri significativi lavori sono programmati per i prossimi mesi, con la dispobilità di risorse di circa 90 mila euro l’anno, di cui il Comune di Gubbio ne garantisce circa 70 mila mentre gli altri sono assicurati dai Comuni della fascia appenninica. Nel ringraziare tutti coloro che, a vario titolo, operano nel canile, compreso il personale Usl per la parte sanitaria e veterinaria, l’invito è di proseguire su questa strada per un ulteriore salto di qualità, portando competenze legate alla formazione degli operatori e dei volontari e alla massima socializzazione e visibilità possibile del canile, che è un luogo di stallo temporaneo per gli animali, in vista di un’adozione adeguata ». Alfredo Minelli ha sottolineato la finalità dell’iniziativa: « Il nostro santo è Antonio Abate e come tale abbiamo il dovere morale di intraprendere azioni a favore degli animali, in particolare di quelli meno fortunati che subiscono una costrizione non certo felice. In una società civile, il rispetto per le persone e per gli animali deve andare di pari passo». Don Fabricio ha richiamato il messaggio espresso dalla figura di S. Francesco e dalla enclica del Papa ‘Laudato sì’, con i valori del creato sulla scia del Santo che parlava agli animali e che ha ammansito il Lupo di Gubbio, per un nuovo patto di alleanza tra uomo e natura: « Il prendersi cura delle creature, vuol dire rispettarle e non sfruttare gli animali ai fini di uso e consumo dell’uomo. Di animali si parla nella Bibbia, presenti nell’Antico e nel Nuovo Testamento, compagni di Gesù e simboli di significati profondi. Attingiamo ai messaggi più profondi di concordia, comunione e solidarietà per muoverci tutti insieme in un’unica direzione di bellezza e di rispetto reciproco ».
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Ultimo aggiornamento
21/12/2021
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