Chiese, basiliche e monasteri
Nel 1331 vi si stabilirono eremiti sparsi nei dintorni di Gubbio. Nel 1342 il vescovo Pietro lo elevò da eremo a monastero.
Vi si svolse un’intensa vita religiosa, specie quando vi soggiornò il Beato Arcangelo Canetoli (1498-1513), il cui corpo riposa sotto l’altar maggiore della chiesa. A S. Ambrogio sono conservati pure i resti mortali del vescovo Agostino Steuco, filosofo eugubino del ‘500. Tra le opere d’arte di maggiore interesse: in chiesa una tela di Annibale Beni; in sacrestia la Crocifissione, affresco del sec. XIV. L’architettura del complesso risulta caratterizzata dal succedersi di vari interventi: sulla base trecentesca si inseriscono modifiche rinascimentali e barocche. Notevole è il valore paesaggistico del monastero, abbarbicato sulla costa scoscesa del Monte Calvo.
Basilica di Sant'Ubaldo
La chiesa, documentata dal sec. XIII, venne restaurata nella prima metà del ‘500.
Nello stesso periodo fu costruito il convento, affidato ai Canonici Regolari Lateranensi. I Canonici furono sostituiti dai Padri Passionisti (1786) e poi (1816) dai Frati Minori. L’esterno del complesso, tranne il portale d’ingresso, è privo di ornati. Molto suggestivo il chiostro, ora spoglio degli affreschi che lo decoravano. L’interno, più volte rimaneggiato, è a 5 navate. In esso sono conservati i Ceri di Gubbio.
Sopra l’altar maggiore, è visibile – entro un’urna neogotica – il corpo incorrotto del patrono eugubino S. Ubaldo (morto nel 1160). Tra i dipinti presenti in chiesa meritano attenzione: il Battesimo di Cristo di Felice Damiani; la Trasfigurazione e Santi, copia parziale da Raffaello di Giovanni M. Baldassini (1585); la Madonna col Bambino tra i Santi Ubaldo e Giovanni Battista di Salvi Savini (1610); la Sant’Orsola dell’Allegrini. Belle le vetrate (1922), con Storie della vita di Sant’Ubaldo.
Chiesa della Vittorina
É costruita nel luogo in cui, secondo la tradizione, S. Francesco incontrò il lupo di Gubbio.
La chiesa sembra sia stata donata al Serafico dal vescovo Villano all’inizio del sec. XIII. I Francescani la lasciarono verso il 1240 alle Clarisse. Nel 1538 le monache diedero in enfiteusi l’edificio alla Compagnia di S. Maria della Vittorina. L’interno è quasi interamente affrescato. La decorazione del soffitto è di scuola eugubina cinquecentesca. Alla base della volta, in 14 riquadri, sono rappresentate le Storie della Vergine.
Numerosi affreschi votivi, per lo più dell’inizio del sec. XVI, ricoprono le pareti laterali della chiesa. Dietro l’altare, con bella mostra lapidea, è dipinta una Crocifissione attribuita a Orlando Merlini. Altre pitture si trovano nella cappella laterale (Storie di S. Francesco del 1639, Madonna col Bambino e Santi, tela di Giovanni M. Baldassini).
Chiesa di S. Maria della Piaggiola
Costruita nel primo ‘600 al posto di una precedente cappella dedicata alla Madonna.
Inaugurata nel 1625. Fu sede delle Confraternite del Gonfalone e di S. Francesco di Paola. All’interno spiccano i bellissimi stucchi, in buona parte dovuti a Palmerino Allegrucci, a Francesco Caminoni ed ai fratelli Guidangeli da Pesaro. L’affresco sull’altar maggiore, proveniente dall’antica cappella è di Ottaviano Nelli. L’altro dipinto trasportato a massello (Cristo morto nel sepolcro, primo altare d.) è attribuito a Jacopo Bedi. Tra le pale d’altare sono presenti opere del Michelini (2° altare sin.) e dell’Allegrini (3° altare sin.).
Chiesa della Madonna del Prato
Nel 1662 il vescovo Sperelli benedì la prima pietra di questa chiesa; otto anni dopo l’immagine miracolosa della ‘Madonna del Prato’ fu posta sull’altar maggiore.
L’edificio, di stile barocco, venne costruito sul modello della chiesa romana di S. Carlino alle Quattro Fontane, opera di Francesco Borromini. Solo la facciata si differenzia dall’illustre modello. L’architettura è dovuta all’eugubino Carlo Perugini. Interessante l’ornamentazione in stucco dell’interno. La cupola fu affrescata da Francesco Allegrini, coadiuvato da Louis Dorigny (1677-78). Altre opere presenti in chiesa si devono a Ciro Ferri, Gaetano Lapis e Domenico Viani.
Chiesa di S. Secondo
A quanto sembra fu edificata nel V sec. d.C. Nel 1141 i canonici di S. Secondo accettarono di osservare la regola agostiniana.
L’aspetto attuale del complesso risale a rifacimenti dei secc. XIV, XV e XVI. L’interno della chiesa fu completamente rinnovato nel sec. XVIII. Tra le pale d’altare, notevoli sono quelle di Bernardino Nocchi (il transito di S. Giuseppe e S. Agostino confuta i Manichei, 1° e 3° altare d.) e di Stefano Tofanelli (il martirio di S. Secondo, 2° altare d.). Sul 2° altare sin. affresco tardo quattrocentesco, attribuito a Orlando Merlini. Molto significativi sono l’altar maggiore (1343) e l’abside, riportata all’antica forma gotica. Nell’ex cimitero, dinnanzi alla chiesa, rimangono alcuni affreschi, tra cui quelli della cappella Panfili (1458): illustrano le Storie di S. Sebastiano e sono firmati dal pittore locale Jacopo Bedi. L’altare della cappella, datato 1134, proviene dalla diruta chiesa di S. Donato di Pulpiano.
Chiesa di Santa Croce della Foce
Edificata nel sec. XIII al posto di una più antica cappella. Al sec. XV risale la prima menzione della Confraternita che in essa ha tuttora sede.
L’edificio venne profondamente modificato nei secc. XVI-XVII. Tra le opere d’arte in esso presenti vanno ricordate: l’Adorazione della Croce, stendardo cinquecentesco di Pietro P. Baldinacci e Silvio (1° altare sin.); il S. Carlo di Alessandro Brunelli da Perugia (3° altare sin.); la Madonna col Bambino e Santi (1668) dell’Allegrini (2° altare d.). L’ornamento ligneo dell’altar maggiore, contenente le statue del Cristo Morto e della Madonna Addolorata, fu eseguito tra ‘600 e ‘700 da Carlo Magistretti e da Domenico Valli. Interessanti gli stucchi dell’arco trionfale e il soffitto della navata, ambedue opere del sec. XVII. Da questa chiesa parte, il Venerdì Santo di ogni anno, la suggestiva processione del Cristo Morto.
Chiesa di S. Domenico
Una chiesa dedicata a S. Martino è documentata in loco dal sec. XI. L ‘attuale edificio fu eretto alla fine del sec. XIII e concesso ai Domenicani.
Nel 1339 la chiesa venne ampliata. Verso la metà del sec. XV fu possibile ingrandirla ancora, erigendo oltre le vecchie mura civiche l’attuale presbiterio. L’interno subì una radicale trasformazione nel sec. XVIII. Tra le opere conservate in chiesa vanno ricordate: le decorazioni murali delle prime due cappelle a d. e a sin. (secc. XIV-XV, tra cui le Storie di S. Pietro Martire della bottega del Nelli e una Incoronazione della Vergine tardo-trecentesca); gli affreschi (1546-57) della cappella dei Lombardi (4a cappella sin.); il S. Vincenzo Ferrer, tavola attribuita a Jacopo Bedi (5a cappella sin.); la Maddalena (1612) di Giovanni Baglioni (6a cappella sin.); i Tre regni (1603) di Felice Damiani (transetto sin.); la Comunione degli Apostoli, tavola attribuita a Giuliano Presutti (7a cappella d.). Molto interessanti il leggio corale e il coro, in parte intarsiato da Pierangelo di Antonio, in parte dorato (sec. XVI).
Chiesa di S. Pietro
L’edificio fu consacrato verso la metà dell’XI sec. Appartenne ai benedettini cassinesi, poi agli olivetani e ai camaldolesi.
La parte bassa della facciata presenta caratteri stilistici riconducibili al sec. XI. Il portale è affiancato da quattro arcate cieche poggianti su semicolonne coronate da capitelli corinzi. Nel muro sono inserite mensolette con figurazioni bestiali e motivi fitomorfi. In alto rimangono altre tracce della facciata originaria. L’interno, ricostruito a partire dal primo ‘500 è ricco di opere d’arte. Sulla controfacciata si trova l’organo decorato da Antonio e Giovanni B. Maffei (1580-85). Nelle cappelle sono conservati dipinti di Virgilio Nucci (S. Sebastiano, 2° altare sin.), Francesco Allegrini (S. Michele, 3° altare sin.), Raffaellino del Colle (Natività, Storie dei SS. Placido e Mauro, 1540, 5° altare d.), Rutilio Manetti (Martirio di S. Bartolomeo, 1° altare d.). Nel transetto, a d. il Transito di S. Romualdo di Agostino Tofanelli, a sin. un Cristo deposto in legno del sec. XIII. L’altar maggiore è opera dell’eugubino Domenico Valli (1710); l’organo corale fu costruito nel 1689.
Chiesa della Santissima Trinità
Appartenne (secc. XIV-XV) ai Disciplinati del Crocifisso di Sant’Agostino. Nel sec. XVI vi furono trasferite le Terziarie Francescane.
Del primitivo edificio rimangono vistose tracce nella facciata. All’interno fu radicalmente trasformata nel sec. XVIII. Notevole è la decorazione in stucco del presbiterio. Tra le pale d’altare bella quella con San Giuseppe e due Sante di Giuseppe Reposati (2° altare d.).
Chiesa di S. Francesco della Pace
Costruita nella prima metà del sec. XVII dall’Università dei Muratori nel luogo in cui, secondo la tradizione, si trovava la grotta ove visse il lupo di Gubbio.
All’interno è visibile la pietra su cui si dice che avvenne il patto di pace tra S. Francesco e il lupo. Nella chiesa sono inoltre conservati i Ceri ‘mezzani’ e le statuette di S. Ubaldo, S. Giorgio e S. Antonio collocate in cima ai Ceri nella celebre festa del 15 maggio. Il quadro rappresentante la Madonna con il Bambino e Santi è opera di Giovanni B. Michelini da Foligno.
Chiesa di S. Maria Nuova
Risale alla fine del sec. XIII. Nei primi decenni del ‘900 vi furono trasportati arredi lignei, oggetti d’arte e dipinti provenienti da altre chiese eugubine.
Sulla parete d. della chiesa campeggia la notissima Madonna del Belvedere (1413?), capolavoro di Ottaviano Nelli. E’ uno degli esempi più raffinati del gusto gotico internazionale della nostra regione. Interessanti sono pure gli altri affreschi, specie quelli della controfacciata. Tra essi spicca un S. Michele Arcangelo attribuito ai fratelli Salimbeni da San Severino. Il S. Antonio Abate sulla parete sin. è invece attribuito al pittore trecentesco Mello da Gubbio.
Chiesa di S. Agostino
Risale alla seconda metà del sec. XIII. L’interno è a una navata con travature sorrette da archi acuti poggianti su pilastri.
Tra le opere d’arte di maggior spicco vanno ricordate: Gesù e la Samaritana (1580), di Virgilio Nucci (prima cappella sin.); la Madonna del Soccorso, di ignoto della fine del sec. XV (5a cappella sin.); la Madonna di Grazia, affresco attribuito a Ottaviano Nelli (3a cappella d.); il Battesimo di S. Agostino (1594), di Felice Damiani (4a cappella d.). Molto interessanti gli affreschi dell’abside e dell’arco trionfale, eseguiti dal Nelli e dalla sua bottega.
Nell’arco trionfale è rappresentato il Giudizio Universale, realizzato forse con l’aiuto di Jacopo Salimbeni da San Severino. Nell’abside sono illustrate Storie della vita di S. Agostino. Questi dipinti, databili verso il 1420, rappresentano una delle principali testimonianze della pittura tardogotica eugubina.
Chiesa di S. Marziale
La chiesa di S. Andrea, detta ora di S. Marziale, risulta menzionata fin dal sec. XII; nel 1533 venne inglobata nel monastero di S. Marziale, che la delimita da due lati.
La principale caratteristica di questo edificio romanico consiste nella pianta basilicale zoppa: due navate separate da archi su grossi pilastri, quella maggiore provvista di abside e una navatella sul lato sin. Manca una vera facciata, prolungandosi la chiesa nel locale che costituiva il coro delle monache. In quest’ultimo vano sono conservati alcuni dipinti, tra i quali la Madonna col Bambino e Santi di Benedetto Nucci (1553) e la S. Vittoria attribuita a Giovanni B. Michelini (forse 1654).
Chiesa di S. Giovanni
Menzionata in documenti fin dal sec. XII. Al primitivo edificio venne sostituita, nel sec. XIII, una fabbrica più imponete il cui impianto, a navata unica con quattro archi trasversali a sorreggere gli spioventi del tetto, rappresentò il modello di altre chiese eugubine successive. Molto bella la facciata, affiancata dal poderoso campanile a pianta quadrangolare. L’interno “fu rimesso nell’antico stile gotico circa l’anno 1865”. Tra le opere d’arte presenti in chiesa vanno ricordate: la S. Barbara e la S. Lucia di Benedetto Nucci (1° altare sin.); la Vocazione di S. Pietro (1573) di Giovanni M. Baldassini (2° altare d.). I dipinti murali della cappella del battistero furono eseguiti nel 1828-29 dall’eugubino Annibale Beni. Il fonte è opera lapidea datata 1510. Resti di affreschi gotici e tardogotici sono visibili sulle pareti della chiesa.
Chiesa di Santa Maria dei Laici
Edificata nella prima metà del sec. XIV. Appartenne alla Confraternita di Santa Maria del Mercato.
L’interno, più volte rimaneggiato, conserva opere d’arte di grande interesse, quali l’Annunciazione di Federico Barocci, terminata dal suo allievo Ventura Mazza, o i dipinti della volta sopra l’altare maggiore, dell’eugubino Francesco Allegrini (sec. XVII). Nel sottostante ‘Sepolcro’ rimangono affreschi quattrocenteschi con Storie della Passione (trasportati in parte al Museo Diocesano), dovuti a un anonimo allievo del Nelli.
Duomo
L’attuale edificio, costruito al posto di una precedente chiesa romanica, risale ai secc. XIII e XIV.
La facciata reca intorno all’oculo rilievi coi simboli degli Evangelisti e con L’Agnus Dei. L’interno, a un’unica navata, senza transetto e con archi trasversali che reggono gli spioventi, è frutto di un ripristino operato all’inizio del sec. XX. La chiesa è ricca di dipinti dovuti ad artisti eugubini del ‘500 (i Nucci, il Basili) ma anche di artisti forestieri (Sinibaldi Ibi, Giuliano Presutti, Dono Doni). Molto significativa è la cappella barocca che si apre nel mezzo della parete d.: contiene affreschi dell’Allegrini e una tela (la Nascita della Vergine) del Gherardi.
A sin. dell’altar maggiore è il Seggio dei Magistrati , con finte tarsie di Benedetto Nucci. Nel coro si trova il Seggio episcopale, intagliato verso la metà del sec. XVI. Il sarcofago tardo-antico sotto l’altare maggiore contiene le reliquie dei SS. Giacomo e Mariano, titolari della chiesa. Sulle pareti del tempio rimangono tracce di affreschi dei secc. XIV e XV. Le pitture murali dell’abside, dell’arco trionfale e delle cappelle di sin., sono opera di Augusto Stoppoloni (1916-18).
Chiesa di San Francesco
Già officiata nel 1256. I lavori di ornamentazione non erano ancora ultimati nel 1291. Il campanile ottagonale fu costruito nel sec. XV.
L’interno, a tre navate, venne trasformato nel sec. XVIII, quando la chiesa assunse l’aspetto a sala voltata. Tra le opere d’arte conservate nell’interno spiccano gli affreschi delle absidi. Nell’abside sin. sono presenti le Storie mariane, di Ottaviano Nelli (1410-15 ca.). Nell’abside centrale Cristo benedicente e quattro Santi, di un anonimo umbro della fine del sec. XIII, a cui spettano anche le due scene (la Rinuncia di S. Francesco agli averi, il Sogno del Laterano cadente) affrescate nella parte alta dell’abside d. Nella cappella Sforzolini (parte inferiore della stessa abside), rimangono affreschi con sei Santi, Cristo benedicente e gli Evangelisti, opera del ‘Maestro Espressionista di S. Chiara’, un anonimo umbro del primo ‘300. A fianco sono visibili i resti di un’antica abitazione, tradizionalmente identificata con quella degli Spadalonga, che ospitarono S. Francesco e gli donarono il saio della povertà.
Tra le pale degli altari laterali spicca l’Immacolata Concezione di Antonio Gherardi da Rieti (1° altare d.).
Nell’attiguo convento meritano uno sguardo i chiostri, il refettorio, la sala capitolare, con interessanti resti di affreschi. Ricca di opere di estrazione francescana la Raccolta d’Arte ospitata nel convento.
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