GUBBIO (27/11/2020) – Secondo alcuni biografi del duca, Federico da Montefeltro nacque a Gubbio, nel Castello di Petroia, nel 1422. Questa ipotesi sembra avvalorata dalle parole dello stesso Federico, il quale dichiara di avere Gubbio nel cuore e nell’anima, «perché ve acertamo che lì è tucto el core nostro et tucta l’anima nostra».
Per questo sarà proprio Gubbio a ospitare nel 2022, a 600 anni dalla nascita, la grande mostra che celebrerà la figura di Federico da Montefeltro, rilanciando tutto il territorio dell’antico Ducato. Questa mattina è stato, non a caso, il Castello di Petroia ad ospitare la conferenza stampa di presentazione dell’evento “Federico da Montefeltro e Gubbio: lì è tucto el core nostro et tucta l’anima nostra”, la mostra che stamattina è stata illustrata dagli attori principali della stessa.
A introdurre e presentare il grande lavoro di rete svolto fino ad ora per dar vita all’evento è stato l’assessore alla Cultura e al Turismo del Comune di Gubbio Oderisi Nello Fiorucci, che ha sottolineato l’attenta ricerca, la campagna di studio e le lunghe indagini archivistiche che hanno portato all’ideazione della mostra e che daranno vita anche a specifiche pubblicazioni, itinerari, iniziative.
L’assessore ai Beni Culturali della Regione Umbria Paola Agabiti ha acceso per prima un faro su Federico da Montefeltro, “condottiero, politico e mecenate, uomo che ha fatto la storia del Paese e certamente anche quella del nostro territorio. Questa mostra sarà una preziosissima occasione per valorizzare le risorse artistico-culturali dell’Umbria e favorire la promozione turistica dell’area che ha visto compiersi le gesta del duca di Montefeltro. E’ perciò un grande piacere – ha proseguito Agabiti – portare il mio saluto e la mia adesione: arte e cultura rappresentano elementi fondamentali delle politiche regionali, in perfetta linea con la vocazione naturale del territorio umbro, che è insieme bellezza e cultura. Oggi più che mai, in questo momento così difficile, deve essere la bellezza a portare speranza, futuro e progetti, ed è bello che questi progetti vengano fatti in rete, in condivisione, grazie a sinergie che vanno anche oltre i confini regionali”.
Anche il sindaco di Gubbio Filippo Mario Stirati ha parlato della “centralità di fare rete per dar vita a progetti ambiziosi come quello che oggi presentiamo. In questo bellissimo castello, che sembra ancora richiamare quei tempi rinascimentali, illustriamo oggi il frutto di un lavoro collettivo che ha coinvolto Ministero, Comuni, Regioni, Diocesi e privati, insieme anche e soprattutto in un momento così difficile. Io corono anche un mio sogno personale: nel 1982 ho avuto il privilegio, da giovane assessore, di dare il mio contributo all’ Anno Federiciano, in occasione del quinto centenario della morte di Federico, e oggi chiudo il cerchio insieme all’amico sindaco di Urbino, città con la quale, adesso come allora, costruiremo un progetto culturale estremamente interessante e di indubbia rilevanza. Fare squadra è certamente uno degli ingredienti fondamentali per costruire operazioni culturali che non siano solo di facciata, ma che lascino il segno in termini di pubblicazioni e contributi alla ricerca”. Anche Maurizio Gambini, sindaco di Urbino, che ha portato il suo saluto in sede di conferenza stampa, ha sottolineato il percorso virtuoso di condivisione di intenti con il Comune di Gubbio e con tutti gli altri enti e le istituzioni coinvolte.
E’ stata Paola Mercurelli Salari, direttore del Palazzo Ducale di Gubbio, a spiegare come “la Direzione Regionale Musei abbia avviato sin da subito una politica di rete sul territorio che proprio a Gubbio ha dato i sui risultati più concreti, un’esperienza assolutamente positiva che riproporremo in due circostanze: la mostra del Nelli che inaugureremo nel 2021 e la grande mostra su Federico del 2022. Si tratta di eventi – ha spiegato Mercurelli Salari – che nascono da una ricerca seria e approfondita, che porterà importanti contributi. La politica di rete che ha dato vita a questa operazione non è stata condivisa soltanto tra musei, ma soprattutto con i territori. L’area del Montefeltro verrà coinvolta in una serie di percorsi che avranno come punti focali Gubbio e Urbino, e il Comitato scientifico sta dando un contributo davvero importante perché la mostra appaia coinvolgente e convincente”.
A ringraziare all’inizio del suo intervento tutti i membri del Comitato Scientifico (Lucia Bertolini, Patrizia Castelli, Fulvio Cervini, Nicoletta Guidobaldi, Maria Rita Silvestrelli, Laura Teza) è stato il curatore della mostra, Francesco Paolo Di Teodoro, che ha dedicato una speciale menzione anche alla Biblioteca Apostolica Vaticana, ringraziando per i prestiti importanti che verranno fatti alla mostra di Gubbio. “Gubbio era l’equivalente di quello che rappresentava Bologna per lo Stato Pontificio – ha spiegato il professor Di Teodoro – nel caso dei Montefeltro c’era Urbino e poi, subito a seguire, Gubbio. È a Gubbio, del resto, che Battista Sforza ha partorito Guidubaldo, l’erede di Federico”.
Attraverso un percorso su tre sedi, ovvero Palazzo Ducale, Palazzo dei Consoli e Museo Diocesano, l’esposizione racconterà la vicenda umana di Federico attraverso documenti originali e opere, ricostruendo il suo rapporto con Gubbio e con il vasto territorio ricadente nel Ducato dei Montefeltro. “A Palazzo Ducale, in particolare, cuore della mostra – ha proseguito il curatore – la figura di Federico verrà inquadrata nell’ambiente di corte di Gubbio. Al Ducale cercheremo di ricostruire la biografia di Federico e dei suoi incontri utilizzando medaglie e monete. I dipinti poi, accompagneranno lo svolgersi della storia, insieme naturalmente allo Studiolo, che siamo andati a studiare e analizzare a New York, nei mesi scorsi. Nel Palazzo dei Consoli parleremo invece della cultura di Federico, grade amante dei libri, e lo faremo a partire dai testi che il duca ha effettivamente e realmente letto. Una seconda sezione riguarderà invece Federico uomo d’arme, con un focus sul suo ruolo di condottiero: gli elementi d’epoca saranno affiancati dalla ricostruzione di armi, armature, macchine di assedio. Al Museo Diocesano, infine, tratteremo aspetti del duca che hanno a che fare con la sua profonda passione per la scienza, la matematica, l’astronomia e l’astrologia. Saranno inoltre predisposti una serie di itinerari in città e nel territorio con approfondimenti specifici”.
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