E’ stata presentata ieri mattina mercoledì 15 novembre a Perugia, nella Galleria nazionale dell’Umbria, la grande mostra, in programma a Gubbio dal 7 luglio al 7 ottobre 2018, dal titolo ancora provvisorio “Nella patria di Oderisi. Le arti a Gubbio prima e dopo Giotto”. L’evento è promosso congiuntamente da Regione Umbria, Polo museale dell’Umbria-Palazzo Ducale di Gubbio, Comune di Gubbio – Museo civico Palazzo dei Consoli, Museo Diocesano. Hanno illustrato le linee guida e gli obiettivi del progetto Marco Pierini direttore del Polo museale dell’Umbria, Filippo Mario Stirati sindaco di Gubbio, Antonella Pinna dirigente regionale in rappresentanza dell’assessore Fernanda Cecchini della Regione Umbria, Enrica Neri Lusanna in veste di curatrice, insieme a Giordana Benazzi e Elvio Lunghi, della mostra. Presenti, tra gli altri, alla conferenza stampa l’assessore Augusto Ancillotti del Comune di Gubbio, Paola Mercurelli Salari direttrice del museo di Palazzo Ducale di Gubbio, Mario Ceccobelli vescovo di Gubbio, il sindaco di Trevi Bernardino Sperandio. Dopo l’introduzione del direttore Pierini, che ha presentato il ricco calendario di appuntamenti in programma nel 2018 in tutta l’Umbria, il sindaco Stirati ha sottolineato: « Questo di Gubbio è un evento di grande spessore culturale, accompagnato da un meticoloso e fondamentale lavoro di ricerca storiografica, con un apparato storico-aristico che servirà a mettere in luce per la prima volta l’arte figurativa nel medioevo. Importante anche l’operazione di restauro che stiamo conducendo per riportare all’attenzione pregevoli testimonianze d’arte. Vogliamo evidenziare come la città sia stata uno dei luoghi più significativi anche nel campo delle arti figurative e voglio ricondare che dobbiamo al sommo poeta Dante l’importanza del ruolo giocato da Gubbio attraverso il minatore Oderisi, “l’onor d’Agobbio e l’onor di quell’arte che alluminare è chiamata in Parisi”, di cui vogliamo celebrare l’attualità anche attraverso l’operazione di ‘scriptorium’ condotta dall’associazione ‘Arte del Libro unaluna’ con gli studenti del Liceo Artistico ‘G. Mazzatinti’ di Gubbio, impeganti nel rifacimento di pagine miniate di Corali. E’ un progetto di grande respiro territoriale che collega un’area vasta, con un’integrazione sinergica tra Umbria e Marche che coinvolge l’antico Montefeltro, e va da Urbino a Fabriano. L’importante è ragionare oggi in termini di ‘squadra’ e questa è una prova generale per avere questa visione allargata a più territori, che hanno però una fisionomia e interessi culturali comuni ». Gli interventi successivi hanno messo a fuoco strategie operative e gestionali di un’idea di percorsi museali integrati sia a livello regionale che locale e sono stati illustrati in dettaglio i contenuti dell’evento. Tre le sedi interessate dall’esposzione di circa 80 opere, tre luoghi unici e meravigliosi per potersi tuffare nella storia più originale della Gubbio medievale, dall’età di Giotto alla seconda metà del Trecento, con un approccio metodologico interdisciplinare, con nuove proposte interpretative su Guido di Oderisi, il Maestro Espressionista di Santa Chiara, Palmerino di Guido, Guiduccio Palmerucci. Sarà dislocata negli spazi espositivi di Palazzo Ducale, Palazzo dei Consoli, Palazzo di Canonici, oggi parte integrante del Museo Diocesano. In queste sedi verranno presentati manoscritti miniati, dipinti su tavola, affreschi, lavori scultorei e di oreficeria appartenenti al rilevante patrimonio artistico eugubino ma anche da fuori regione, provenienti da limitrofe zone marchigiane terremotate nonché opere smembrate, virtualmente ricomposte, come i resti di polittici del cosiddetto pseudo Palmerucci, di Mello da Gubbio o le sculture dei santi Mariano e Giacomo, testimonianza di importanti monumenti funerari probabilmente all’interno della cattedrale eugubina. Nella storia della città si congiungono le vicende di molti protagonisti, come ha sottolineato la professoressa Neri: famiglie importanti che hanno guidato le istituzioni civiche delle città italiane filo-guelfe (Gabrielli); letterati che hanno commentato la Commedia appena compiuta (Bosone Raffaelli); architetti, quali Gattapone, artefici di sorprendenti soluzioni urbanistiche. Ma anche il “genius loci” di una popolazione dalla forte intensità religiosa, le cui manifestazioni tuttora esistenti intrecciano i valori civici della religiosità (il patrono Sant’Ubaldo) con una spiritualità profonda, sì da offrire da sempre un’ interessante occasione di interpretazione anche antropologica: chiave di lettura, questa, particolarmente attuale per un approccio alla storia dell’arte globalizzata. Dante, Gabrielli, Oderisi, sant’Ubaldo, san Francesco sono i riferimenti storici dell’importanza di Gubbio nell’età comunale; questi vengono perciò assunti quale collante documentario per indagare le vicende artistiche della città, finora affrontata solo attraverso alcuni studi monografici ma non da visione d’insieme.
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