Riceviamo e pubblichiamo – ULTIMI GIORNI PER VISITARE LA MOSTRA ‘ACCIACIO’ DI ELIO LICATA

14/12/2017

Resterà aperta fino a domenica 17 dicembre,  l’originale mostra ‘ACCIAIO’, di Elio Licata, trent’anni di opere scultoree dell’artista,  orario  dalle 17 alle 19,30,  in  Corso Garibaldi, 48. L’artista è disponibile anche ad aperture e visite fuori orario chiamando il 320 1981814.  Nello spazio espositivo ex Barbieria del Corso di Maria Grazia Fiorucci ha promosso  l’esposizione  di circa quaranta piccole sculture in metallo e una serie limitata di opere di maggiore dimensione, sempre dello stesso materiale.  La mostra, a cura di Nello Teodori, è imperniata su una sorta di accumulo centrale, “un’Arca della piccola scultura”, dove ogni piccola scultura è parte di comunità artistica.  Un contributo importante nell’allestimento della mostra, che assume anche il carattere di un confronto appassionato tra un fare e un altro fare, sono i suggestivi scatti fotografici di Sanio Panfili che, raccontano il mondo alchemico e primordiale di Licata, evidenziando una naturale corrispondenza tra la sua arte e quella dello scultore. Completa l’allestimento una sequenza di pannelli in acciaio in un armonico e suggestivo rapporto tra contenitore e contenuto. Un progetto leggero, calibrato e minimale dove tra metalli, disegni e immagini fotografiche non mancano certo gli stimoli per interrogarsi “sull’arte contemporanea”. Elio Licata, artista siciliano che vive ormai da molti anni a Gubbio, è un ricercatore e un investigatore solitario. Nelle forza del metallo, per lo più residui di materiali lavorati, abbandonati al loro destino, Licata gli restituisce una nuova vita con il suo fare e la sua poetica artistica. Un approccio linguistico dove la tecnica industriale di elaborazione formale entra in relazione con pratiche artigianali sapienti di manipolazione formale all’interno di una poetica artistica della migliore tradizione scultorea.  Le opere di Elio Licata rappresentano una versione ricca e personale di un linguaggio scultoreo dalle valenze primordiali, simboliche; microcosmi di materia emersa dal caos dove l’uomo lascia le tracce di un suo sentire. L’incessante progressione e metamorfosi della sua ricerca, l’articolato compositivo delle sue opere, lo avvicinano ad artisti centrali del Novecento come Calder, Giacometti e Melotti.

 

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Ultimo aggiornamento
21/12/2021