L’annuncio dal presidente nazionale dell’Anpi: “Un simbolo importante del decisivo impegno delle donne nella Resistenza”
GUBBIO (05/07/2023) – “Comunichiamo con immenso dolore la scomparsa di Walkiria Terradura, comandante partigiana, Medaglia d’argento al Valor Militare. Non la dimenticheremo, terremo vivi e attivi i valori di libertà e democrazia per cui ha speso la sua giovinezza con coraggio e altissimo senso di responsabilità. Walkiria è un simbolo importante del decisivo impegno delle donne nella Resistenza. Ciao comandante”.
Così Gianfranco Pagliarulo, presidente nazionale dell’ANPI, ha comunicato, pochi minuti fa, la scomparsa di Walkiria Terradura, partigiana nata a Gubbio il 9 gennaio 1924. Dal padre Gustavo, avvocato del Foro perugino, che era finito in carcere per le sue idee chiaramente antifasciste, e liberato soltanto dopo la caduta di Mussolini, aveva imparato a odiare la dittatura. Già al liceo, per il suo atteggiamento sprezzante verso il regime, aveva suscitato l’attenzione del fascio locale e fu più volte interrogata in Questura e redarguita severamente. Con l’occupazione tedesca la situazione dei Terradura si complicò: quando i fascisti tentarono di catturare nuovamente il padre Gustavo, facendo irruzione nell’ala del Palazzo dei Duchi di Urbino dove l’avvocato viveva con la sua famiglia, fu Walkiria a salvarlo in modo quasi rocambolesco. Quando i nazifascisti se ne tornarono nelle loro caserme dopo otto ore di inutili ricerche, padre e figlia raggiunsero i Monti del Burano e si aggregarono alle nascenti formazioni partigiane della zona, e precisamente al gruppo Panichi. Walkiria per la sua determinazione e coraggio fu nominata dai suoi stessi compagni a capo di una squadra che prese poi il nome di Settebello e si distinse in numerose azioni che alla fine della guerra le valsero la decorazione al valore e la nomina a sottotenente. Otto furono i mandati di cattura che i nazifascisti spiccarono contro la giovane donna che si era specializzata nel minare e quindi a far saltare i ponti insieme e sotto la guida di Valentino Guerra – già geniere del dissolto esercito italiano – per contrastare l’avanzata prima e la ritirata poi dell’esercito tedesco, che il comando di brigata e gli stessi alleati segnalavano. Nei loro rastrellamenti i nazifascisti giravano con la fotografia di Walkiria, ma non riuscirono mai a catturarla pure essendovi stati vicini in varie occasioni. Durante la guerra conobbe un capitano dell’OSS (Office Strategic Service) con il quale si sposò, trasferendosi in America. Dopo un anno e mezzo Walkiria decise di tornare in Italia, dove i suoi racconti molto vivi hanno continuato a testimoniare la Resistenza e i suoi valori irrinunciabili.
“Salutiamo Walkiria Terradura come si saluta una donna che ha fatto la storia – sottolinea il sindaco di Gubbio Filippo Stirati – come si saluta chi ha scelto di farla dalla parte giusta e di rischiare la vita nel nome della democrazia, dell’antifascismo, della libertà, valori che tutti noi, oggi, anche nel nome dell’eugubina Walkiria, siamo chiamati a continuare a difendere con tutta la nostra forza”.
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Ultimo aggiornamento
05/07/2023
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