‘LO STRANIERO CHE CI ABITA’ è il tema della lezione che il filosofo Umberto Curi terrà al Centro Servizi S. Spirito di Gubbio venerdì 19 ottobre alle ore 16. 30, nell’ambito delle iniziative della ‘Settimana del Libro’ quest’anno incentrata sul tema “Aspettando i barbari”. L’incontro, promosso in collaborazione con la Biblioteca e il Polo liceale ‘G. Mazzatinti’ sarà introdotto dal sindaco Filippo Mario Stirati. È il secondo appuntamento proposto per sollecitare una riflessione critica, scavando tra le pieghe di un contemporaneo inattuale (perché non disposto ad accettare la realtà con il suo carico di ingiustizia) e di un antico riscoperto e riattualizzato. L’iniziativa fa parte di un progetto/percorso lungo un anno, costruito insieme ad una rete locale di associazioni, enti, scuole e grazie al sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia. « L’intento è non morire di ‘solitudine globale’ – spiegano gli organizzatori – abbarbicati in appartenenze già date, chiusi in identità brandite come riparo e/o arma, per riuscire a immaginare e guardare anche attraverso i libri, piuttosto che agli schermi, ai diversi mondi che il mondo contiene. Il pensiero di Curi si snoda e rimanda alle radici di una lingua e di una civiltà che ha conosciuto impostazioni più ricche e complesse, rispetto al panorama attuale del dibattito politico-culturale, incentrato su contrapposizioni schematiche, manipolazioni e parole d’ordine di facile propaganda. Articolata sulla cifra del ‘due’ e non sul pensiero unico oggi dominante, tutta la ricerca del filosofo ha esplorato le varie figure dell’altro, del diverso, dell’estraneo. Lo straniero è da sempre figura ambivalente, “ospite/nemico” che ci viene incontro come un problema e ci pone davanti a domande scottanti: è davvero altro rispetto a noi? È fuori, è dentro di noi? ». Curi, nato a Verona nel 1941, è professore emerito dell’Università di Padova dove, dal 1987 al 2011, ha insegnato Storia della Filosofia. Ha al suo attivo circa 40 pubblicazioni e ha tenuto conferenze negli atenei di tutto il mondo, da Amburgo a Cordova, da Berlino a Madrid, a Vancouver, da Vienna a Rio de Janeiro, a Oslo. Ha diretto per oltre vent’anni la Fondazione culturale “Istituto Gramsci Veneto” ed è stato anche per un decennio membro del Consiglio Direttivo della Biennale di Venezia. Filosofia e scienza vanno di pari passo nel suo pensiero, e l’interrogativo principale da lui sviluppato è ispirato all’ analisi della conflittualità, tra polis e polemos, sulla scia del pensiero di Eraclito. Moltissimi i premi e i riconoscimenti per le sue pubblicazioni, tra cui ‘Lo straniero’ del 2010, ‘La porta stretta. Come diventare maggiorenni’ del 2015 che ha fatto tre edizioni in 2 mesi e ‘I figli di Ares. Guerra infinita e terrorismo’ del 2016. Ha infine curato il recentissimo volume ‘Vergogna ed esclusione. L’Europa di fronte alla sfida dell’emigrazione’, 2017. Collabora al supplemento “La lettura” del “Corriere della sera” e al “Corriere del Veneto”. La sua ultima opera è intitolata “Le parole della cura. Medicina e filosofia” (Raffaello Cortina, Milano 2017).
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Ultimo aggiornamento
21/12/2021
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