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GUBBIO (17/11/2025) - Le mani raccontano storie. Mani che creano, che insegnano, che custodiscono un sapere antico e lo consegnano al futuro. È da questa visione che nasce “L’Archivio delle Mani Maestre”, un progetto ideato da Patrizia Ramacci, artigiana eugubina, che raccoglie e conserva i calchi delle mani dei grandi maestri artigiani italiani trasformandoli in simboli vivi della cultura del fare, della bellezza e dell’identità del nostro Paese. Il progetto è stato presentato lo scorso 12 novembre alla Camera dei Deputati, a Roma, in un momento di grande significato simbolico che ha sancito il riconoscimento istituzionale di un percorso dedicato a preservare e valorizzare l’eccellenza del saper fare italiano.
Ad aprire l’incontro, moderato da Paolo Panfili dell’associazione L’Archivio delle Mani Maestre, sono stati i saluti, inviati con un video, dell’onorevole Anna Ascani, vicepresidente della Camera dei Deputati, e dell’assessore alla Cultura, Turismo e Centro Storico del Comune di Gubbio, Paola Salciarini, presente a Roma, che, nel corso della conferenza stampa, ha sottolineato l’importanza del progetto per la memoria collettiva e per il futuro delle nuove generazioni: “L’Archivio delle Mani Maestre è un progetto che parla di identità e di appartenenza. Attraverso il totem delle mani ci riconosciamo parte di una storia collettiva fatta di talento, passione e cura. È il segno di un tempo nuovo, in cui le comunità artigiane sanno aprirsi, condividere e valorizzare i doni di ciascuno. Gli artigiani sono i custodi della bellezza quotidiana, coloro che continuano ad alimentare, con dedizione e umiltà, la nostra memoria più autentica. Per questo le istituzioni hanno il dovere di sostenere e promuovere progetti come questo, capaci di custodire il sapere e di trasmetterlo alle nuove generazioni, affinché la tradizione non resti solo un ricordo, ma continui a vivere come patrimonio condiviso e come ispirazione per il futuro.”
Presente in conferenza anche Andrea Rueca, responsabile dell’ufficio CNA Gubbio, che ha portato i saluti della Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa. Durante l’incontro sono intervenute Alessandra de Nitto della Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte e Rosa Maria Villani, già direttrice della Scuola dell’Arte della Medaglia, che hanno accompagnato l’ingresso di due nuove e prestigiose “Mani Maestre” all’interno dell’Archivio: quelle di Gaetano Aloisio, presidente della Federazione mondiale dei maestri sarti, e di Aldo Vitali, Camerlengo dell’Università e Nobil Collegio degli orefici gioiellieri argentieri dell’alma di Roma. I calchi realizzati durante la cerimonia sono stati il gesto tangibile e duraturo che celebra la continuità del saper fare e la sua capacità di connettere generazioni, tradizione e innovazione.
Come ha ricordato Patrizia Ramacci, “questo progetto nasce come omaggio alla presenza degli artigiani nel nostro vissuto, al loro rappresentare la nostra identità. Le mani, attraverso le quali essi plasmano la materia, sono la porta per entrare nei loro laboratori, nei loro cuori, per vivere intimamente del loro contatto. Da più voci si leva il bisogno di valorizzare le eccellenze italiane, la dedizione, la passione, la capacità di creare opere straordinarie. Le Mani Maestre rappresentano un presidio per quelle eccellenze che restano tali per il solo volere dei singoli interpreti, capaci di superare difficoltà indicibili pur di custodire questo saper fare. Spesso poco conosciuti dalle nuove generazioni, vogliamo che Mani Maestre illumini arti e professioni nelle quali trovare senso e felicità.”
L’Archivio delle Mani Maestre è oggi una realtà viva e in continua espansione: un luogo di raccolta, ricerca e confronto che unisce artisti, artigiani, istituzioni e comunità. Dopo essere stato ospitato a Gubbio, dove la mostra ha trovato una cornice ideale nel Palazzo dei Consoli, il progetto è approdato a Venezia, al Salone dell’Alto Artigianato, dove sono stati raccolti nuovi calchi delle mani di maestri, artisti e artigiani. La mostra e il progetto ad essa collegato mirano a creare un luogo di appartenenza, un racconto condiviso attraverso il totem identitario delle mani, simbolo di un tempo nuovo in cui le comunità artigiane si riscoprono aperte, solidali e capaci di valorizzare i talenti di ciascuno. Perché, come ricorda Patrizia Ramacci, “l’artigiano è colui che custodisce ed alimenta la storia della bellezza e della cura delle cose”.
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Last update: 17 November 2025, 11:51