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GUBBIO (28/04/2025) - Il 3 ottobre 2026 saranno ottocento anni dalla morte di san Francesco: Comune e Diocesi di Gubbio avevano costituito - già nell’autunno dello scorso anno - un comitato permanente, insieme ai Frati francescani minori conventuali, per concretizzare le numerose iniziative programmate tra l’estate del 2025 e l’intero 2026. Tra queste la mostra-evento sul tema “Francesco e frate Lupo. L’arte racconta la leggenda dell'incontro”, che verrà inaugurata nel settembre prossimo e che sarà il fulcro di numerose altre attività culturali.
Le manifestazioni e le iniziative in programma approfondiranno il tema del francescanesimo a Gubbio e avranno anche il compito di valorizzare i grandi temi legati alla vita e alla figura del Santo, che continua a parlare con forza al nostro presente. Il suo sguardo sul mondo, la sua attenzione ai più deboli, il suo amore per la natura e la pace lo rendono un testimone sorprendentemente moderno, capace anche oggi di interpellare profondamente la coscienza collettiva.
In un tempo segnato da cambiamenti climatici drammatici, conflitti internazionali e crisi sociali diffuse, infatti, il messaggio francescano torna a farsi profezia: Francesco e la sua storia ci ricordano che la terra non è una risorsa da sfruttare, ma una casa comune da custodire con gratitudine e rispetto, in un equilibrio che tenga conto di ogni essere vivente e ogni elemento della natura, chiamato “fratello” o “sorella”.
Nel Cantico delle Creature, Francesco chiama l’acqua “sorella”, riconoscendole purezza, umiltà e preziosità: è un’immagine che racchiude il cuore della sua visione. L’acqua non è solo risorsa, ma dono da custodire, parte di quella rete vivente che unisce tutte le creature. In un tempo in cui le fonti d’acqua sono minacciate dall’inquinamento, dagli sprechi e dai cambiamenti climatici, la spiritualità francescana ci invita a rivedere il nostro rapporto con questo bene primario. Proteggere l’acqua significa aderire a quell’“ecologia integrale” che coniuga rispetto per l’ambiente, giustizia sociale e dignità umana.
Allo stesso modo la sua scelta radicale per la non violenza e il dialogo interreligioso restano oggi un modello imprescindibile: emblematica in tal senso è la vicenda del lupo, in quel gesto di riconciliazione tra l’uomo e l’animale, tra il villaggio impaurito e la creatura considerata nemica, Francesco insegna ancora oggi che la paura può essere trasformata in fiducia, la violenza in dialogo, e che ogni creatura, anche la più temuta, ha diritto alla vita e al rispetto. È un episodio che supera il tempo e si fa simbolo di una nuova alleanza tra l’uomo e la natura, tra l’uomo e il diverso.
Alla mostra su san Francesco e il lupo si uniranno altri e numerosi eventi culturali di rilievo a partire da un grande convegno internazionale, percorsi spirituali e naturalistici, musicali e artistici ai quali stanno aderendo le realtà del territorio e prestigiosi soggetti nazionali: il Comitato auspica il coinvolgimento di tutti i soggetti portatori di interesse e di idee nella “cabina di regia” delle iniziative in programma per il 2025-2026, a cominciare dalle associazioni che sul territorio sono impegnate nella tutela e promozione dei temi francescani, quali ad esempio l'associazione “Maggio Eugubino” e l’Università dei Muratori, insieme alle tante realtà collegate all'ambito spirituale coordinate dalla Chiesa eugubina e dal Convento di San Francesco. Studiosi di università italiane e straniere saranno coinvolti nell’organizzazione del convegno internazionale sull’esperienza francescana a Gubbio nei secoli medievali e sui suoi risvolti fino ai giorni nostri.
Sono in corso anche contatti con realtà private che si sono mostrate sensibili a questo momento celebrativo, che - nell'intenzione di tutti - non sarà circoscritto a un tempo limitato e specifico ma sarà un’occasione di ripartenza per una crescita civile e religiosa per tutto il territorio, nel segno dell’identità francescana di Gubbio.
“Come città profondamente legata alla memoria del Poverello d’Assisi - sottolinea il sindaco Vittorio Fiorucci - Gubbio sente la responsabilità di custodire e attualizzare questo messaggio. Valorizzare il patrimonio francescano non è solo un impegno culturale, ma un atto di fedeltà a quei valori universali che continuano a parlare con voce limpida all’umanità intera. Francesco ci mostra che anche ciò che incute timore può diventare occasione di incontro e comprensione. Laddove c’era ostilità, egli costruisce ponti di dialogo e apre alla possibilità di una convivenza pacifica. Il lupo, da minaccia, diventa fratello; l’alterità non è più motivo di scontro, ma possibilità di relazione. Questo episodio, così vivo nella memoria di Gubbio, diventa una parabola senza tempo: un invito a riscoprire l’armonia possibile tra l’uomo e la natura, e a riconoscere dignità e rispetto a ogni forma di vita, anche a ciò che inizialmente ci appare distante o incomprensibile”.
“Il legame tra Gubbio e san Francesco d’Assisi - spiega il vescovo Luciano Paolucci Bedini, pastore della Chiesa eugubina e tifernate - è vivo e profondo, intrecciato alla storia e al cuore della città. Qui Francesco trovò rifugio, amicizia, accoglienza. Qui parlò al lupo e, attraverso di lui, all’umanità intera, insegnando che la paura si vince con la pace, che la fraternità può nascere anche nel conflitto. Gubbio non custodisce solo un episodio, ma un messaggio: l’armonia possibile tra uomo, creato e Creatore. È un’eredità che si respira nei silenzi del monte, nella pietra delle chiese, nello sguardo della gente. Una vocazione che chiede di essere custodita e condivisa, grazie all’impegno della comunità cristiana, dei frati francescani e delle istituzioni civili. Il comitato permanente nasce per questo: raccogliere il desiderio della città di veder riconosciuto il proprio ruolo come seconda patria di Francesco. Dare continuità alle tante iniziative nate nel tempo e inserirle in un orizzonte più ampio, dove ogni gesto trovi significato. E per costruire, insieme ad Assisi e agli altri luoghi francescani, un dialogo fecondo che renda visibile il sogno di Francesco: una fraternità che unisce cielo e terra”.
L’ultima riunione del Comitato eugubino per i centenari francescani, nei giorni scorsi, si è aperta con pensieri e ricordi dedicati alla figura di Papa Francesco, il pontefice che ha scelto proprio di portare il nome del Poverello di Assisi e che si è spento il Lunedì dell’Angelo.
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Last update: 28 April 2025, 09:19